La macchina sociale per realizzare i nostri “sogni” c’è e si chiama “ciclo economico industriale”.
Lo abbiamo già intuito riconoscendo all’economia industriale la capacità di trasformare energia artificiale in lavoro utile all’uomo. Abbiamo avuto la conferma quando abbiamo riconosciuto l’utile di sistema come scopo dell’economia ( di sistema, ossia delle parti e del ciclo insieme) e ne siamo stati sicuri quando abbiamo compreso come naturale la globalizzazione socio-economica dell’utile di sistema.
Approfondimento 1
Questo è il ciclo: la società per la trasmissione della vita, nel suo realizzarsi, genera
- la necessità sociale ( che oggi chiamiamo cliente)
- mobilita lo sviluppo dell’economia industriale (che oggi chiamiamo fornitore)
- in modo tale da produrre un “utile di sistema”. Ossia un miglioramento per ciascun partecipante al processo e una perfezionamento del ciclo produttivo stesso
ma non solo, si autoattiva e lo fa quando il miglioramento fa ricominciare il ciclo produttivo stesso
- Attiva la realizzazione della trasmissione della vita
- la trasmissione genera una richiesta sociale
- la richiesta sociale mobilita lo sviluppo economico industriale
- che produce l’utile di sistema
E così via…
Approfondimento 2
E oggi come funziona il ciclo del VECCHIO MODELLO?
Lo vediamo, non occorre perderci parole se non riguardo al fatto che questo ciclo è necessitato a produrre lo sviluppo una società attraverso sviluppo economico, la trasmissione della vita che non produce beni economici gli è del tutto indifferente. Cosa comanda lo sviluppo economico che poi si riversa nella società? Lo sviluppo economico richiede il dominio di una parte economica sull’altra e questo dominio diventa reale con la produzione immediata della quantità di denaro maggiore possibile. Perciò nel realizzare questa “super produzione” di denaro il ciclo funziona anche da “pompa” di denaro dal povero verso il ricco. Con tutto quello che ne deriva a livello sociale e che è particolarmente evidente quando lo osserviamo a livello globale.