Gli indicatori del futuro

Gli indicatori del futuro

Queste parole hanno anche un doppio significato. Si può comprendere questa dimensione degli “indici” ripartendo dal risparmio, sia esso costituito da moneta o da “oggetti di mercato” come una casa.

Il politico, abbiamo visto, ha il compito di tenere in moto il ciclo del risparmio, ossia quel ciclo che realizza in continuazione la necessità di mettere da parte risorse per le possibili difficoltà del futuro.

Futuro, è questa la parola chiave che unisce il risparmio all’investimento perché anche l’investimento ha il compito di creare risorse per il futuro1. Risparmio ed investimento hanno bisogno di coesistere.

Già, collaborare, ma per quale investimento? Come si può misurare il risultato dell’investimento?

Sembrano problemi distanti dalla politica (in particolare da quella che ha l’obbiettivo di essere cristiana), ma in realtà tutti i giorni dobbiamo affrontare questo problema: il governo italiano sostiene che contraendo un debito pari al 2,4% del PIL, ci sarà una espansione economica tanto che il PIL del prossimo anno salirà dell’1,5%.

Proprio oggi, sostenuta dall’ennesimo parere autorevole, l’Europa risponde che il progetto non sta in piedi, che la previsione di miglioramento è esagerata (1,1 invece che 1,5), e che facendo altro debito anche quello attuale diverrà impagabile (= outlook negativo): occorre che l’Italia resti dentro i parametri concordati. Questa che ci bombarda ogni giorno alla TV è appunto una battaglia di indici, e questo al di là delle fantasiose sciocchezze con cui i politici italiani giustificano presso l’opinione pubblica le loro rischiosissime scelte (attacco al popolo italiano, un italiano non dovrebbe dire queste cose,…).

La cosa interessante per noi è che “futuro” è la dimensione che unifica risparmio, investimento e indici.

Gli indici misurano il passato (per dirci come sono andate per esempio le elezioni) ma soprattutto misurano la linea di tendenza per farci prevedere come potrebbe andare nel futuro (l’Italia). Queste previsioni vengono utilizzate negli “Exit pool” previsioni del futuro che certo non sono prodotte da maghi. Ma nonostante l’uomo sia libero e possa decidere quel che vuole, tutti sappiamo il risultato delle elezioni prima che avvenga lo spoglio delle schede, spesso con buona precisione.

Ma come si realizzano le previsioni del futuro? Qualsiasi sia il problema, lo strumento per prevedere il futuro spesso è legato alle linee di tendenza contenute negli indici socio economici ambientali. Il futuro si scrive con l’economia che lo realizza. Difatti questi indici regolano la direzione degli investimenti creatori di futuro attraverso uno strumento che chiamiamo Borsa che così diviene “Borsa dei futuri possibili”. L’attività di compravendita di Titoli della Borsa costruisce il nostro futuro, investendo in una costruzione socio economica ambientale invece che in un’altra. Questo è il caso della “Tezla” che vuole produrre automobili elettriche per sostituire quelle attuali: comprando le sue azioni sviluppiamo il “futuro elettrico” dell’automobile .

Riassumendo l’intero problema possiamo osservare come la società industriale globalizzata sia necessitata a costruire il proprio futuro con l’investimento, e lo possa fare esclusivamente con il denaro che è lo strumento per lo scambio a distanza.

In questa situazione ciò che dicono gli indici è legge: quando un indice prevede un futuro negativo (= outlook negativo), qualche millisecondo dopo vengono vendute quelle particolari azioni, o titoli di Stato. E tutto questo, lo sappiamo già, per preservare nel futuro il valore del risparmio odierno. E poiché qualità dell’investimento e qualità del futuro coincidono, nel fare questa operazione , proprio in Borsa si chiude la costruzione di un futuro incerto e se ne apre un altro più certo (in quanto a reddito), anche in modo terribile come è successo alla Grecia.

Il risparmio si innesta nel mercato proprio qui, negli indici costruttori di futuro remunerativo che lo mantenga. Qualsiasi azienda quotata in borsa che vuole sopravvivere ( e nello stesso modo deve regolarsi anche uno stato), deve rispettare gli indici che la misurano e che talvolta non coincidono con i fondamentali economici . Per questo oggi, mentre scrivo, tutti, anche le banche più grandi (o l’Italia), DEVONO avere un profitto consistente dai loro investimenti, anche a scapito di tutti gli altri aspetti: uscire dai parametri degli indici predittori del loro futuro significa morire o avere enormi difficoltà.

Ma allora come si può cambiare?

Conclusione

La prima cosa da costruire per cambiare il modello di sviluppo sono gli indici del suo dinamismo. Crescita Felice life giving-life ci dice: nasco da lì perché il futuro è fatto da risparmio (generazione di surplus di risorse utili capitalizzate oppure no), il futuro è investimento della risorsa ( risparmio e dell’utile, …) in un dinamismo, ed indici capaci di realizzare il futuro misurandolo da prima che esista.

  1. Futuro da costruire (ciclo)
  2. risorsa (risparmio-utile)
  3. dinamismo (indice)
  4. attivazione socio-economica-ambientale (unificazione del capitale-denaro-generazione delle risorse)
  5. reddito universale (utile di sistema, in grado di attivare soci-ec-am).

in grado di realizzare nuove risorse per il dinamismo di soci-ec-am riattivando così il ciclo In questi giorni di battaglia su Outlook e Rating è meglio spiegare di cosa di tratta. Il nostro futuro è determinato dall’investimento e dagli indici che utilizziamo, e questo  per controllare che il nostro risparmio mantenga nel tempo un potere di acquisto costante. Ovviamente al di là delle azioni di  ladroni e furfanti a cui abbiamo lasciato campo libero.

Gli indicatori del futuro

Questa frase ha vari significati. Si può comprendere questa dimensione degli “indicatori” ripartendo dal risparmio, sia esso costituito da moneta o cristallizzato in  “oggetti di mercato” come una casa.

Il politico, abbiamo visto, ha il compito di tenere in moto il ciclo del risparmio, ossia quel ciclo che realizza in continuazione la necessità di mettere da parte risorse per le possibili difficoltà del futuro.

Futuro, è questa la parola chiave che unisce il risparmio all’investimento perché anche l’investimento ha il compito di creare risorse per il futuro2. Risparmio ed investimento hanno bisogno di coesistere.

Già, collaborare, ma in che modo? Come si può misurare il risultato dell’investimento?

Sembrano problemi distanti dalla politica (in particolare da quella che ha l’obbiettivo di essere cristiana), ma in realtà tutti i giorni dobbiamo affrontare questo problema: il governo italiano sostiene che contraendo un debito pari al 2,4% del PIL, nel prossimo anno  ci sarà una espansione economica tanto che il PIL salirà dell’1,5%.

Proprio oggi, sostenuta dall’ennesimo parere autorevole, l’Europa risponde che il progetto non sta in piedi, che la previsione di miglioramento è esagerata (1,1 invece che 1,5), e che facendo altro debito anche quello attuale diverrà impagabile (= outlook negativo): occorre che l’Italia resti dentro i parametri concordati. Questa che ci bombarda ogni giorno alla TV è appunto una battaglia di indici, e questo al di là delle fantasiose sciocchezze con cui i politici italiani giustificano presso l’opinione pubblica le loro rischiosissime scelte (attacco al popolo italiano, un italiano non dovrebbe dire queste cose,…).

La cosa interessante per noi è che “futuro” è la dimensione che unifica risparmio, investimento e indici.

Gli indici misurano il passato (per dirci come sono andate per esempio le elezioni) ma soprattutto misurano la linea di tendenza per farci prevedere come potrebbe andare nel futuro (l’Italia). Queste previsioni vengono utilizzate, per esempio, negli “Exit pool” previsioni del futuro che certo non sono prodotte da maghi. Ed infatti, nonostante l’uomo sia libero e possa decidere quel che vuole, tutti sappiamo il risultato delle elezioni prima che avvenga lo spoglio delle schede, spesso con buona precisione.

Ma come si realizzano le previsioni del futuro? Qualsiasi sia il problema, lo strumento per prevedere il futuro spesso è legato alle linee di tendenza contenute negli indici socio economici ambientali. Il futuro si scrive con l’economia che lo realizza. Difatti questi indici regolano la direzione degli investimenti creatori di futuro attraverso uno strumento che chiamiamo Borsa che così in pratica  diviene “Borsa dei futuri possibili”. L’attività di compravendita di Titoli della Borsa costruisce il nostro futuro, investendo in una costruzione socio economica ambientale invece che in un’altra. Questo è il caso di “Tezla” che vuole produrre automobili elettriche per sostituire quelle attuali: comprando le sue azioni sviluppiamo il possibile “futuro elettrico” dell’automobile .

Riassumendo l’intero problema possiamo osservare come la società industriale globalizzata sia necessitata a costruire il proprio futuro con l’investimento, e lo possa fare esclusivamente con il denaro che è lo strumento per lo scambio a distanza.

In questa situazione ciò che dicono gli indici è legge: quando un indice prevede un futuro negativo (= outlook negativo) o una diminuzione  di valore nel dinamismo (rating), qualche millisecondo dopo vengono vendute quelle particolari azioni, o titoli di Stato. E tutto questo, lo sappiamo già, per preservare nel futuro il valore del risparmio odierno. E poiché qualità dell’investimento e qualità del futuro coincidono, nel fare questa operazione , proprio in Borsa si chiude la costruzione di un futuro incerto e se ne apre un altro più certo (in quanto a reddito), anche in modo terribile come è successo alla Grecia.

 

Il risparmio si innesta nel mercato proprio qui, negli indici costruttori di futuro remunerativo che lo mantenga. Qualsiasi azienda quotata in borsa che vuole sopravvivere ( e nello stesso modo deve regolarsi anche uno stato), deve rispettare gli indici che la misurano e che talvolta non coincidono con i fondamentali economici . Per questo oggi, mentre scrivo, tutti, anche le banche più grandi (o l’Italia), DEVONO per lo meno mostrare  un profitto consistente dai loro investimenti, anche a scapito di tutti gli altri aspetti: perché uscire dai parametri degli indici predittori del loro futuro significa morire o avere enormi difficoltà.

Ed allora come si può cambiare modello?

Conclusione

La prima cosa da costruire per cambiare il modello di sviluppo sono gli indici del suo dinamismo. Crescita Felice life giving-life ci dice: nasco da lì perché il futuro è fatto da risparmio (generazione di surplus di risorse utili capitalizzate oppure no), il futuro è investimento  in un dinamismo della risorsa (di risparmio e dell’utile, …), ed indici capaci di realizzare il futuro misurandolo da prima che esista.

Ciclo 

  1. Futuro da costruire (dinamismo unitario) in senso vitale e vitalmente operante ( live giving-life)
  2. risorsa (risparmio-utile)
  3. dinamismo (indice)
  4. attivazione socio-economica-ambientale (unificazione del capitale-denaro-generazione delle risorse)
  5. reddito universale (utile di sistema, in grado di attivare soci-ec-am).

 

in grado di realizzare nuove risorse per il dinamismo di soci-ec-am riattivando così il ciclo

 

Un caro saluto

Roberto Roggero


Ciò che genera il futuro è la risorsa disponibile considerata in generale. Essa prende vari nomi: il profitto aziendale che ogni anno un’azienda investe per garantirsi un futuro, l’investimento pubblico che lo stato utilizza per migliorare il proprio futuro, l’investimento privato che … .

1Ciò che genera il futuro è la risorsa disponibile considerata in generale. Essa prende vari nomi: il profitto aziendale che ogni anno un’azienda investe per garantirsi un futuro, l’investimento pubblico che lo stato utilizza per migliorare il proprio futuro, l’investimento privato che … .

2

15- per collaborare occorre usare gli stessi criteri

7.3. L’ecosistema “cristallizza” parte dell’energia destinata a produrre calore (e regola anche la CO2).

 

 

La natura viva ha affrontato con successo il problema di autostenere la vita regolando la temperatura del pianeta attraverso il CICLO della “segregazione di CO2” (contemporanea alla produzione di ossigeno) sotto forma di Carbone o Petrolio, vita e suolo.

La bio-regolazione dell’equilibrio termico avviene attraverso due meccanismi correlati:

  • il primo in grado di ridurre l’effetto serra tramite la riduzione della Co2 gassosa si realizza con l’azione dei vegetali che la “rubano” all’atmosfera trasformandola  in polimeri di carbonio.
  • il secondo in grado di “cristallizzare” l’energia a un livello  di energia più alto del calore sotto forma di polimeri di carbonio, “petrolio” o suolo. Per questa caratteristica energetica il petrolio o il carbone possono essere a loro volta trasformati facilmente  in energia.

 

Su questi due meccanismi, in particolare sul secondo si può fondare la rivoluzione industriale (non importa se classificata come prima seconda, terza,…)[23] e la società che da essa dipende.

 

7.4.  Occorre  che l’economia impari a “cristallizzare” l’energia del sole e regolare la CO2

Riprogettare un ciclo socio-economico in senso organico-dinamico significa far sì che l’intero sistema si comporti sempre di più come la vita organica, captando direttamente dal sole l’energia artificiale necessaria all’economia prima della sua trasformazione in   riscaldamento del suolo [172][1] che alimenta l’effetto serra(fig 2).

Questo tipo di economia ha come fine ultimo generale l’equilibrio termico e come fine immediato il sequestro della CO2 dall’atmosfera attraverso lo sviluppo di ecosistemi [36,141].

Ma diversamente dalla natura che produce “petrolio”, in  questo ciclo economico organico dinamico l’energia viene stivata sotto forma di energia cristallizzata in prodotti industriali utili o discariche inerti(sono la sostituzione del petrolio). È questo il caso dell’energia elettrica solare da pannelli che è “rubata” al riscaldamento del suolo quando viene trasformata

in manufatti attraverso la rivoluzione industriale. Si tratta di una nuova via economica con nuove  caratteristiche ontologiche: Ricchezza (deve produrre nuovi manufatti UTILI), Riutilizzo (di materiali ancora validi senza trasformarli in calore), Riciclo (prodotti esausti), Riforestazione e altissimo Rendimento dei processi costruttivi[22]socio-economici.

[1]     «   Si tratta di una scelta non già “esclusiva”, ma sapienziale e dunque “preferenziale”. Scegliere la “società solare”, come scelta scientifico-tecnologica in funzione della scienza-sapienza ideoprassica dinontorganica, significa tracciare una linea programmatica preferenziale energeticamente non esclusiva quanto a risorse energetiche immediate. Oggi siamo vittime di un sistema energetico sbagliato. E ciò nonostante non è possibile lasciar mancare l’energia ad una società che di energia vive. Se pertanto le centrali atomiche e nucleari come produttrici di energia elettrica per un dato momento risultano un qualcosa di inevitabile, l’importante è che non rappresentino una scelta di principio, la quale condurrebbe alla “società nucleare” come un qualcosa di irreversibile.»   Tommaso Demaria,Atti del Corso di studio Mid di Roma – Centro Nazareth, 26-30 dicembre 1984,FAC Roma 1984[A – IDEOLOGIA-IDEOPRASSI DINONTORGANICA E SCELTA ENERGETICA,II LA SCELTA ENERGETICA, § 11 – IL SOLE COME PRINCIPALE FONTE ENERGETICA p. 37].

 

14- per costruire un nuovo futuro con la natura occorre usare leggi oggettive!

7. Sesta domanda da dove possiamo iniziare?

Posti di lavoro o salvezza del pianeta? Su cosa porre l’attenzione … .

Per rispondere occorre iniziare dal processo di sintesi tra i sistemi governato da leggi oggettive ed universalmente riconosciute.

7.1. Fondare l’economia su leggi oggettive [178]

Noi stessi mangiamo con l’ energia artificiale che sorregge l’intero ciclo economico sociale, senza questa energia artificiale siamo morti.

L’importantissima decisione circa il sistema energetico riguarda l’intera Italia nello spazio e nel tempo.

La nuova via quindi non può essere fondata solo su un leader [53] o su una politica [178]. La via del modello organico-dinamico è segnalata dalle leggi della TERMODINAMICA che un leader o una politica si incarica di realizzare.

« L’energia di un sistema termodinamico chiuso non si crea né si distrugge, ma si trasforma, passando da una forma ad un’altra. »

Inchiniamoci alla legge della termodinamica seguendo la via oggettiva della trasformazione dell’energia.

Il problema dell’effetto serra è generato da una certa quantità di energia che viene riflessa dai gas serra e ritorna a riscaldare il globo terraqueo.

I gas serra sono necessari, per mantenere una temperatura costante. Essi però in quantità eccessiva imprigionano troppo calore alzando la temperatura oltre le possibilità della vita e in quantità scarsa abbassano la temperatura sotto le possibilità vitali. Esiste perciò un equilibrio il cui optimum è quello che stiamo vivendo. Il modello socio economico attuale agisce modificando l’equilibrio verso il riscaldamento producendo calore e CO2.

È l’equilibrio il nostro oggetto di osservazione, non sono i gas serra. Come in una bilancia basta “poco” per spostare l’equilibrio

 

 

 

 

 

Figura 2:effetto serra

 

Come risolvere il problema?

Cominciamo con l’osservare che una risposta ciclica di natura termodinamica esiste da sempre sotto forma di ciclo deputato a regolare la presenza proprio della CO2.

12 – Veramente vuoi togliere futuro ai nostri figli per chiudere una buca oggi?

Cosa significa  “la nuova politica è un sinolo”?

Sinolo significa che l’agire  che produce la vita  è una unità: non è possibile modificare un elemento senza modificare gli altri due.  Ad esempio anche oggi modificare  il comportamento sociale aumentando i consumi interni MEDIATI DALL’INDUSTRIA, porta inevitabilmente alla crescita dell’industria e alla consumo di materie prime naturali: ciò che manca è la costruzione e  gestione dei cicli. Gli scienziati oggi chiamano “Oikos” l’intera casa della vita. La caratteristica dell’”Oikos” è di essere  obbligato alla continua autocostruzione dell’equilibrio del proprio esistere. Per cui si può anche chiamare organismo dinamico l’intero Oikos.

La nuova POLITICA coincide con la costruzione di  un SINOLO DI CRITERI DI SVILUPPO!

 In sostanza significa che L’AGIRE POLITICO  attraverso il modello CRESCITA FELICE TM live giving-live costruisce un UNICO  “sistema”  che orienta l’agire di  tutti verso la trasmissione della vita considerata nel suo complesso attraverso la progettazione della scienza e tecnica  trivalente che sostenga tutti e tre i processi contemporaneamente.

COME FARE? Il primo passo del politico è  possedere lo strumento per concretizzare  questo sinolo: al politico non basta più sapere di buche stradali e di giardini,  o  conoscere solo di etica cristiana od umana, il politico è diventato grande. Finalmente!

 

Approfondimento 1

Leggi tutto “12 – Veramente vuoi togliere futuro ai nostri figli per chiudere una buca oggi?”

11- costruire il futuro è il “nuovo” compito della politica

Quale è lo scopo della nuova scienza politica?

Lo scopo della nuova scienza politica è costruire e collegare in un unico processo costruttivo in funzione della vita

  • il CICLO del nuovo dinamismo autocostruttivo della società e
  • il CICLO del dinamismo autocostruttivo dell’economia industriale rendendoli capaci di governare in funzione della vita.
  • il CICLO del dinamismo autocostruttivo del sistema ecologico.

I tre dinamismi rappresentano un sinolo (una cosa unica chiamata dinamismo dell’Oikos) che  da sola non è più in grado di costruirsi ma che produce e consente la vita umana sulla terra.

  • la natura infatti non ha più in sè stessa i meccanismi costruttivi necessari a  generare la società umana
  • la realtà storica socio-economica non è mai stata pensata  come costruttrice della n
  • atura e non è in grado di farlo
  • l’economia deve passare da sfruttatrice a costruttrice dell’ambiente naturale
Dobbiamo riunificare la costruzione di questi tre elementi
 che ora lavorano un contro l'altro!!!

Nella Nuova Politica le tre dimensioni hanno questo ordine: la società per la trasmissione della vita governa l’economia per l’utile di sistema, ed entrambi sostengono il buon funzionamento del sistema (sin)ecologico dell’Oikos (il sistema vitale che regola la collaborazione delle specie sul pianeta terra).

Leggi tutto “11- costruire il futuro è il “nuovo” compito della politica”

10 – Quale motore muove il NUOVO modello Life giving-life?

L’aspetto più interessante del NUOVO MODELLO socio-economico è che si muove da sé. Life giving-life si costruisce da sè. Ma con o contro il nostro agire?

approfondimento 1

È il NUOVO MODELLO il carterpillar del reale: un problema si pone da sé, si ingigantisce e non cessa la sua azione DI STIMOLO AL CAMBIAMENTO finché il problema stesso non è risolto. Il problema dei problemi lo abbiamo già visto ed è la trasmissione della Vita in senso ancora più ampio di quello che abbiamo descritto questo muove tutto.Tutti possono aderire al NUOVO MODELLO immediatamente vivendo nel loro piccolo la soluzione del problema e diventando “politici” .

« … o infiliamo la strada di una realistica costruzione dinontorganica, o corriamo incontro ad una catastrofe antirealistica, perché l’unico futuro possibile è quello dinontorganico.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975,  X Dinontorganismo e futuro dell’uomo , § 8 – O futuro dinontorganico, o catastrofe antirealistica n°/p. 370 ].

Approfondimento 2

Lo vediamo anche nel pratico su tutti i giornali: il problema della CO2 interessa direttamente la trasmissione della vita. In termine tecnico si dice che è un problema salvifico perché la sua mancata risoluzione pregiudica la salvezza dell’intera umanità. Questo problema ha modificato il modo di pensare mondiale  in un numero di anni limitatissimo (una ventina d’anni passano dal vituperato e disatteso incontro di Kyoto alla conferenza di Parigi sul clima ) ha superato per importanza quello dell’espansione economica WTO.

Tutta l’economia mondia ha cominciato a flettersi e a cercare un nuovo modello di sviluppo che riesca da una parte a mantenere in moto l’economia, dall’altra a salvare la situazione del pianeta.

L’uscita degli USA di Trump dall’accordo quale peso ha? L’oggi incerta  uscita degli USA alla fine non avrà alcun effetto sulla soluzione finale,solo la ritarderà provocando fatica e sofferenze in più. Non usciremo dal problema della CO2 sino a che non avremo messo in moto il Nuovo Modello: l’azione del problema e della risoluzione tramite Crescita Felice si stende ben oltre la nostra generazione. Nostra gloria sarà sceglierlo per accelerarne al realizzazione.

 

in effetti è esattamente il contrario della nostra mentalità e proprio per questa differenza un partito politico è chiamato ad un’azione esattamente contraria a quella intuitiva. Vedremo in che senso con attenzione perché riguarda direttamente Solidarietà e tutta la politica Cristiana.

9-In che modo il ciclo industriale realizza la trasmissione della vita?

L’economia è il modo in cui la società costruisce la “dignità della persona”. Senza  il perfetto funzionamento del ciclo  trasmissione della vita nessuna persona calcherebbe questo mondo. Nell’economia industrializzata che viviamo oggi ciascuna parte del ciclo  della trasmissione della vita si realizza attraverso un ciclo economico.

Approfondimento 1

È inutile aggiungere altro. Questa necessità è così evidente e capillare  nella vita odierna da non richiedere alcuna giustificazione: tutte le strutture sociali  passano da un processo economico che le realizza e le mantiene in moto.

Oggi la cultura ha bisogno della TV e della scienza, la comunità familiare  delle azienda per sussistere, la prassi familiare dei prodotti adatti a far funzionare la prassi della trasmissione della vita.

Per semplificare la lettura dell’immagine,  da ora in poi la grafica che descrive i cicli  apparirà in forma piana così ma resta sottinteso che l’ultimo passaggio, per esempio l’utilità di sistema, attiva il primo, nel caso dell’esempio la logica costruttiva dell’organismo sociale. in questo modo viene mantenuta la ciclicità.

8-L’economia è la “macchina sociale” necessaria a realizzare la vita dignitosa?

La macchina sociale  per realizzare i nostri “sogni” c’è e si chiama “ciclo economico industriale”.

Lo abbiamo già intuito riconoscendo all’economia industriale la capacità di trasformare energia artificiale in lavoro utile all’uomo. Abbiamo avuto la conferma quando abbiamo riconosciuto l’utile di sistema come  scopo dell’economia ( di sistema, ossia delle parti e del ciclo insieme) e ne siamo stati sicuri quando abbiamo compreso come naturale  la globalizzazione socio-economica dell’utile di sistema.

Approfondimento 1

Questo è il ciclo: la società per la trasmissione  della vita, nel suo realizzarsi, genera

  • la necessità sociale ( che oggi chiamiamo cliente)
  • mobilita lo sviluppo dell’economia industriale (che oggi chiamiamo fornitore)
  • in modo tale da produrre un “utile di sistema”. Ossia un miglioramento per ciascun partecipante al processo e una perfezionamento del ciclo produttivo stesso

ma non solo, si autoattiva e lo fa quando il miglioramento   fa ricominciare il ciclo produttivo stesso

  • Attiva la realizzazione della trasmissione della vita
  • la trasmissione genera una richiesta sociale
  • la richiesta sociale mobilita lo sviluppo economico industriale
  • che produce l’utile di sistema

E così via…

 

 

 

 

 

 

Approfondimento 2

E oggi come funziona il ciclo del VECCHIO MODELLO?

Lo vediamo, non occorre perderci parole se non riguardo al fatto che questo ciclo è necessitato a produrre lo sviluppo una società attraverso sviluppo economico, la trasmissione della vita che non produce beni economici gli è del tutto indifferente. Cosa comanda lo sviluppo economico che poi si riversa nella società? Lo sviluppo economico richiede il dominio di una parte economica sull’altra e questo dominio diventa reale con la produzione immediata della quantità di denaro maggiore possibile. Perciò nel realizzare questa “super produzione” di denaro il ciclo funziona anche da “pompa” di denaro dal povero verso il ricco. Con tutto quello che ne deriva a livello sociale e che è particolarmente evidente quando lo osserviamo a livello globale.

7-Perché usare il termine   “utile di sistema”  anziché  “bene comune”?

Si usa il termine utile di sistema perché il sistema è soggetto diverso dalla singola persona/parte. Con una analogia paradossale possiamo raffigurare l’utile di sistema con  la costruzione della casa mentre il bene comune lo stipendio dei muratori.

Approfondimento 1

É una “questio de re” e “questio de verbis”. In sé i termini sono sinonimi ma nella accezione comune quando tutte le persone ne hanno un utile si pensa di di aver realizzato il bene comune e la cosa si ferma lì. Si tratta di  un errore colossale: il sistema socio economico rimane mentre le persone nascono e  muoiono in continuazione, evidentemente persone e sistema socio economico  non sono la stessa cosa. Un caso tipico è il debito pubblico che oggi conviene a tutti: sembra bene comune ma domani dovrà essere pagato dai nostri figli.

Per evitare questa confusione la parola “bene comune” viene sostituita dalla espressione “utile di sistema” che modifica il soggetto dell’utile che non è più  la persona ma è il sistema, ossia la logica di sviluppo che sostiene l’insieme delle  strutture sociali ( o sistema sociale).  Meglio utilizzare questa espressione anche se di fatto coincide con il “bene comune”.

Per essere realmente “bene comune”/”utile di sistema” è  necessario che questo sviluppo socio-economico avvenga in direzione della costruzione di una società in funzione  del ciclo di trasmissione della vita.

Ne va del futuro umano.

Approfondimento 2

Nel VECCHIO MODELLO non c’è questa distinzione tra bene comune e utile di sistema, anche nei politici non c’è quasi mai. Nei cattolici la cosa si aggrava ulteriormente per la loro incapacità di ricordare che la persona umana nel cristianesimo  è colei che viene salvata non colei che salva: in questo equivoco il bene comune diviene  ESCLUSIVAMENTE il desiderio della singola persona.

Il disastro che produce la confusione tra bene comune ed utile di sistema è la distruzione delle strutture sociali, esattamente come sta avvenendo in Catalogna: siamo sempre più incapaci di vederci parte di un tutt’uno più grande di noi e che vogliamo servire. E questo accade dalla famiglia allo stato, passando dalla regione e all’azienda, dalla scuola alla chiesa: tutto ciò che richiede sacrificio evidentemente non è più benessere immediato della persona  e va combattuto e possibilmente distrutto. In questa situazione la droga al gioco d’azzardo diventano “diritti umani”.  Aiaiaiaiaiiiii.

6-Che cosa è la globalizzazione socio-economica?

Globalizzazione è il risultato del naturale processo auto-costruttivo socio economico che cerca l’utile di sistema. La globalizzazione del sistema socio economico industriale è quindi INEVITABILE perché l’economia industriale (dei trattori) è conveniente rispetto all’economia pre-industriale (delle zappe). La Buona Globalizzazione del Nuovo Modello è la globalizzazione dell’utile di sistema, coincide con la diffusione del sistema sociale che sorregge il sistema economico che fa costruire e vivere la “civiltà dell’amore“.

Approfondimento 1

La caratteristica dell’economia industrializzata, anche di quella buona, è quella di non produrre più per sé ma per la società, arrivando  a servire fin dove arriva il bisogno sociale e l’utile di sistema: cosa me ne faccio a “Brugherio” di tutte le lavatrici che produco? Nulla! Hanno significato solo quando penso Brugherio come centro per la soddisfazione di un bisogno sociale molto più ampio.

Lavoriamo per vendere ad altri ossia soddisfiamo  il bisogno altrui e gli altri fanno altrettanto con noi. Il mio prodotto va venduto ad altri che possono abitare anche negli Stati Uniti, in Cina, in Sud Africa, in Germania, in Francia …

Quello che spesso non pensiamo è che vendendo ad altri una lavatrice vendiamo anche la società necessaria a sostenere il lavaggio del vestiario con la lavatrice .

Con l’utile di sistema ci siamo accorti che vendere la “capacità di lavare i panni” richiede la vendita della organizzazione sociale: l’elettricità deve arrivare in tutte le case, deve essere prodotta in quantità sufficiente, ci vogliono elettrodotti, ci devono essere “venditori di lavatrici”, trasporti, “riparatori di lavatrici”, acqua, sapone adatto, recuperanti, … .

O la società è fatta così o i panni te li lavi a mano come faceva mia nonna nel lavatoio pubblico o in  casa nella “brenta” con l'”asse da lavar”, ma che fatica!

Approfondimento 2

Nel VECCHIO MODELLO la globalizzazione non è globalizzazione dell’utile di sistema ma solo globalizzazione del MERCATO. Introducendo un prodotto senza la società che lo può sorreggere manca l’UTILE DI SISTEMA: l’utile è solo immediato e per pochi, i costi reali sono spostati “nel bene comune” e “nel futuro”.

  • manca la cultura
  • non si sviluppa la tecnologia adatta
  • manca la politica in grado di costruire la struttura sociale
  • la struttura sociale
  • mancano le discariche
  • ….